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Che cosa significa endemismo? Questo termine lo troviamo ricorrente soprattutto nelle descrizioni che riguardano riserve, parchi e aree naturalistiche protette a tutela della biodiversità.

Endemico è un organismo, animale o vegetale, che vive esclusivamente in un determinato territorio, spesso molto limitato, e che risulta quindi esclusivo di quel territorio.

Gli endemismi sono strettamente legati all’isolamento geografico: una determinata specie, privata della possibilità di avere scambi genetici con popolazioni affini, segue una via di differenziamento del tutto autonoma. Molte specie endemiche caratterizzano, ad esempio, le grandi isole che non hanno più avuto contatto con i continenti come l’Australia, le isole Galápagos, il Madagascar, l’isola di Socotra e, in Italia, la Sicilia e la Sardegna. L’endemismo può anche essere causato dal mutare delle condizioni climatiche che riducono progressivamente le possibilità di sviluppo di una specie come è accaduto per le sequoie in America o il Ginkgo biloba in Cina.

Nel territorio piemontese un grande mutamento è avvenuto quando dal clima caldo dell’era terziaria si è passati al clima freddo dei periodi glaciali e poche specie più resistenti alle basse temperature, che sopravvivono ancora oggi, sono riuscite a sopravvivere sulle aree alpine lasciate libere dai ghiacci. Un esempio di paleoendemismi, ovvero di relitti glaciali, presenti in Piemonte sono la specie Berardia lanuginosa e Phyteuma cordatum.

BERARDIA LANUGINOSA – Foto da Parc National du Mercantur

Berardia lanuginosa è un paleoendemismo localizzato nelle Alpi Marittime e Cozie, con un areale più ampio in territorio francese. Il genere Berardia è un genere monospecifico, cioè rappresentato unicamente da questa specie. Si tratta di un curioso cardone di montagna con un unico capolino giallo che fiorisce in luglio o agosto. Questa pianta erbacea, eliofila e perenne, risale a 33 milioni di anni fa, all’inizio dell’Oligocene (Terziario) ed è sopravvissuta in zone rifugio nel corso di differenti cicli di cambiamenti climatici. Colonizza detriti rocciosi mobili e ricchi di elementi fini (calcari marnosi, calcescisti) nelle fasce subalpine e nivali, da quota 1500 m a circa 2600 m. È provvista di una grossa radice succulenta e fibrosa, scura esternamente che penetra a notevoli profondità nel terreno. Dalla radice nascono delle foglie con un corto picciolo, di forma rotonda o subcuoriforme, lunghe una decina di centimetri, a margine liscio, di consistenza coriacea e di colore verde cenere, minutamente bollose e ricoperte da una peluria ragnatelosa bianca su entrambe le pagine. 

PHYTEUMA CORDATUM – Foto da Acta Plantarum e Fungoceva.it

Phyteuma cordatum è una specie endemita rarissima, sopravvissuta alle glaciazioni in poche aree con microclima più favorevole. Esclusiva delle Alpi Liguri italiane e delle Alpi Marittime francesi, cresce in fessure di rupi calcaree aride, generalmente in posizioni riparate dal sole fra 1500 e 2200 metri di altitudine. Un vero colpo di fortuna poterla trovare e fotografare!

Al ritiro dei ghiacciai i territori lasciati liberi vennero colonizzati da nuove piante definite come neoendemismi, in parte provenienti dal Nord e dall’Asia e queste, a causa dell’isolamente geografico determinato dalle valli e dalle vette montuose, diedero origine a nuovi endemismi come quelli legati ai generi Campanula, Primula, Saxifraga.

In Piemonte si trovano oltre 80 specie endemiche, alcune esclusive e altre comuni ai due versanti della catena alpina.

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